70 anni di AVIS Mantova
SETTE DECENNI DI DONO E DI CONNESSIONE CON LA CITTA’. L’AVIS COMUNALE DI MANTOVA SPEGNE 70 CANDELINE.
Dal coraggioso pioniere Vittore Baroni ai 1.600 avisini di oggi. Si festeggia, insieme a tutti i mantovani, con 9 eventi da marzo a settembre.
Settant’anni di storia, migliaia di donatori, decine di migliaia di donazioni di sangue. Ma soprattutto un legame indissolubile con la città e un ruolo chiave nella sua comunità. L’Avis Comunale di Mantova festeggia il settantesimo anniversario e lo fa ripercorrendo la sua storia, ma soprattutto coinvolgendo i mantovani in un calendario di eventi che occuperà un arco di sei mesi da fine marzo a fine settembre, con il patrocinio del Comune di Mantova e il coinvolgimento di tante realtà cittadine.
Un percorso coraggioso quello dell’Avis cittadina, che parte nel lontano 1952 dall’idea pionieristica (e non priva di difficoltà) del fondatore Vittore Baroni, giovane medico, quando i primi donatori volontari erano un gruppo di 38 persone, osteggiati dai donatori di sangue “a pagamento”, retribuiti per la loro prestazione, che detenevano il “mercato” a Mantova. Fino ai 1.600 soci, tutti volontari appassionati, del 2022. In mezzo ci sono tante storie e tante vite, quelle dei numerosissimi mantovani che in sette decenni si sono avvicinati all’Avis e hanno effettuato tantissime donazioni.
Per festeggiare il traguardo l’Avis Comunale ha elaborato un calendario di 9 appuntamenti aperti a tutti i cittadini e sempre ad accesso libero. Dalla storia alla medicina, dallo sport alla cultura, passando per teatro, arte e ambiente. Una delle caratteristiche – e forse la più determinante – che hanno fatto la forza dell’Avis mantovana nel tempo, infatti, è quella di essersi presentata fin dall’inizio come una realtà fortemente connessa con la città, aperta alle contaminazioni e conviviale, dove ogni singolo donatore è soprattutto il membro di una comunità, un avisino.
Si parte con un’anteprima: venerdì (25 marzo) alle 18 in Piazza Leon Battista Alberti l’apertura ufficiale del Settantesimo con la presentazione di tutti gli eventi. Poi, domenica 27, il primo appuntamento vero e proprio: una camminata per Mantova in collaborazione con Uisp (partenza da Campo Canoa alle 9, su prenotazione).
Dal 2 al 15 maggio alla Loggia del Grano c’è la mostra fotografica con cui ripercorrere le tappe salienti della storia dell’Avis mantovana, dai primi donatori ai giorni nostri (aperta dal lunedì al venerdì dalle 17.30 alle 19.30, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19).
Il 7 maggio (ore 18 Loggia del Grano) incontro con Federica Pradella, storica e guida turistica, per “Giovare al corpo e all’anima”: gli ideali di solidarietà sociale, assistenza e beneficenza nella città dei Gonzaga.
Il 14 maggio (ore 14.30 Sala delle Capriate) “Il plasma nella lotta al Covid-19”, una riflessione con Massimo Franchini (Direttore Medicina Trasfusionale del “Carlo Poma”), Gianpietro Briola (Presidente Avis Nazionale) e Oscar Bianchi (Presidente Avis Lombardia).
Il 15 maggio alle 10.30 è il momento clou del Settantesimo con la grande parata nel centro storico insieme alle consorelle Avis, che terminerà alla Basilica di Sant’Andrea, dove verrà celebrata la messa dell’anniversario. (Sei socio AVIS comunale Mantova e vuoi partecipare? prenotati entro il 20 aprile al seguente link)
Il 12 giugno il primo evento teatrale: Teatro Rubens ci porta alla scoperta de “Il mito di Manto”, spettacolo itinerante nel centro storico (ore 17 e ore 19). Si passa, poi, al 24 settembre con una riflessione su cambiamenti climatici e salvaguardia dell’ambiente: “Come sta cambiando il nostro clima”, con il prof. Dino Zarzi, docente dell’Università di Trento e Presidente Aisam (Sala delle Capriate ore 16).
Il 25 settembre due eventi per chiudere le celebrazioni del Settantesimo. Alle 17 alla Sala delle Capriate, Federica Pradella racconta la leggenda di San Longino in “Il sangue e il soldato”. Alle 20 nello Spazio Studio Sant’Orsola in via Oberdan va in scena “Buona la prima! Edizione Avis: Ma tu doni?”: la donazione da un altro punto di vista; a cura di Teatro Rubens.
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.
In occasione dell’anniversario è stato elaborato anche il logo ufficiale del Settantesimo Avis Mantova: a realizzare l’immagine sono stati i ragazzi del Liceo Artistico “Giulio Romano”.
AVIS COMUNALE DI MANTOVA: UN PO’ DI STORIA
Il percorso dell’Avis cittadina affonda le sue radici nella caparbietà di un giovane medico, Vittore Baroni, già donatore a Cremona, che decide di portare nella sua Mantova la cultura della solidarietà rappresentata dall’Avis.
Fino a quel momento la donazione di sangue, in città, avveniva ancora dietro pagamento di un compenso e la proposta innovativa di offrire sangue a chi ne aveva bisogno in modo totalmente gratuito e con spirito puramente altruistico non fu accolta senza ostacoli. L’atto di nascita viene siglato il 20 luglio 1952 al Teatro Bibiena. Allora e la sede era la stessa abitazione del fondatore e i soci erano 38. L’anno dopo saranno già il doppio, tracciando un incremento esponenziale che ha portato fino ai 1.600 di oggi.
La prima donazione di sangue avviene a ottobre del ‘52. La modalità era quella “braccio a braccio”, con il donatore collegato direttamente al ricevente. La ricompensa per i donatori? Un bicchiere di Marsala e due uova crude.
I primi anni sono complicati e i soci sono impegnati nel dare un’organizzazione all’associazione, creare una collaborazione con l’ospedale e sviluppare convenzioni per gli avisini. E’ il gennaio del ’56 quando apre la prima emoteca al Carlo Poma. Da qui le sedi Avis iniziano a sorgere anche in provincia. Negli stessi anni si svolge la prima festa Avis a Mantova, inaugurando così lo spirito conviviale e il senso di appartenenza che prosegue anche oggi.
Negli anni ’70 arriva anche il primo centro donazioni su ruote: un autobus dell’Apam trasformato allo scopo e chiamato amichevolmente “Maristella”: serviva a raggiungere i donatori in provincia che non potevano perdere un giorno di lavoro per recarsi all’ospedale. In questi anni apre anche la prima sede vera e propria con centro di raccolta, in via Principe Amedeo.
Tra gli anni Ottanta e il Duemila si lavora sull’organizzazione dei volontari e della struttura e sul coinvolgimento dei giovani, anche attraverso i programmi con le scuole. Si passa da poco più di 600 donazioni all’anno a quasi 4.000. Nel ’93 iniziano anche le donazioni di plasma, che diventano – negli anni più recenti – una delle campagne principali.
Nell’ultima fase, la sede si sposta nell’attuale palazzina all’interno dell’ospedale e l’attività aumenta e si diversifica sempre di più sul piano della sensibilizzazione e del coinvolgimento della città. Tante le iniziative con le scuole, le attività in collaborazione con le altre associazioni di volontariato e con realtà culturali della città, tra cui Festivalettura.