GEPPE LEMMO
50 collaboratori e 3800 donazioni.
Lucia:
Così ricordo Giuseppe:
Tanti anni fa, quando diventai collaboratrice AVIS, mi venne assegnato il venerdì in coppia con Giuseppe. Avevamo lavorato tanti anni nello stesso stabilimento, ma personalmente non lo conoscevo.
La prima impressione fu di una persona seria che metteva soggezione, quasi invidiavo le coppie di sole donne. Non sapevo ancora quanto mi sbagliavo e quanto sono stata fortunata in tutti questi anni di collaborazione ad essere in coppia con lui.
Giuseppe era una persona “speciale” che ti dava sicurezza, sapeva tutto, trovava sempre una risposta ad ogni domanda e se non la sapeva la trovava sul computer, che sapeva usare da vero “Mago” (io lo chiamavo “il Mago del Computer”). Quando avevo bisogno, mi rivolgevo a lui così: “Tu che sai tutto…” e non scherzavo, era la verità, infatti non si è mai offeso.
Quando iniziai, Giuseppe era appena stato eletto segretario. Aveva molto lavoro e io lo aiutavo volentieri, mi piaceva il lavoro d’ufficio (lo avevo fatto per più di 40 anni). A volte non riuscivamo a fare tutto il venerdì, ma Giuseppe sapeva di poter contare sulla mia disponibilità a lavorare di pomeriggio; da parte mia sapevo di poter contare su di lui per qualsiasi chiarimento o insegnamento.
Sono stati venerdì piacevoli, rilassanti e interessanti.
Era un uomo buono e generoso, amava la sua famiglia, la moglie Anna e la figlia Letizia, delle quali parlava spesso, ma quando parlava della nipotina Chiara, si illuminava e ne parlava con dolcezza, da nonno affettuoso e premuroso.
Poi ci fu un piccolo momento di crisi con le attività AVIS. Al venerdì mi guardava e diceva che non voleva più venire, e io gli rispondevo che se smetteva sarei stata a casa anch’io, e così fu per un po’. Noi però ci sentivamo al telefono.
Giacomo ci convinse a rientrare e non fece fatica, perché dopo tanti anni a lavorare per AVIS, quei venerdì ci mancavano.
Riprendemmo fino a quel venerdì 21 maggio. Io stavo male, telefonai in ufficio per avvisare. Non c’era nessuno, chiamai a casa di Giuseppe, Anna mi disse che aveva la febbre. Il venerdì successivo non c’era ancora. Fu l’inizio della fine. Telefonate, sms poi più nulla.
Se n’è andato un caro amico, con il quale era facile collaborare e parlare di qualsiasi argomento, vacanza, politica, borsa, era informato su tutto. Era modesto, perché questa sua conoscenza la sfoderava solamente su richiesta.
Ciao Giuseppe, ti ricorderò con affetto e così ti ricorderanno quelli che ti hanno conosciuto come eri veramente.
Giacomo:
Giuseppe era un caro amico che ci ha lasciato. Nei suoi 3 anni di segreteria, io ero presidente ed è stato molto bello poter lavorare insieme. Ogni incontro tra noi era una discussione, ma sempre con il sorriso sulle labbra e con la volontà ferma andare avanti per l’AVIS.
Quante volte mi ha detto che voleva smettere di venire, ma io so che scherzava perché il nostro gruppo è una bella famiglia che lavora insieme volentieri portando avanti, tra noi e nella comunità, messaggi importanti: la condivisione, la solidarietà, l’amicizia e la gratuità.
Ciao Geppe ci manchi.